PRESENTAZIONE
DELL'AUTRICE DEL LIBRO
"TRA(n)SCRITTI POLITICI 2000-2007
my political testament"
Questo
libro è una raccolta totalmente riveduta e corretta (qualche
volta quasi completamente riscritta) dei testi da me pubblicati fra
l’anno 2000 ed il 2006 sul web.
I temi trattati sono molti: transfemminismo, translesbismo, transgenderismo,
omofobia, transfobia, bdsm, genderismo, sessismo, eterosessismo, (anti)maschilismo
ed altro ancora.
Alcuni (pochi) di questi testi hanno dei riferimenti ad un’attualità
che oggi è già storia recente. In questi casi, ho “rispolverato”
la memoria, con una nota esplicativa dei fatti o delle dichiarazioni
cui facevo riferimento.
Troverete anche qualche concetto ripetuto in diversi capitoli che compongono
questa raccolta: sono i temi che più mi sono stati a cuore. In
ogni caso molti li ho “ripuliti”, altre ripetizioni invece
– non così numerose da disturbare la lettura, le ho volutamente
lasciate secondo la logica del “repetita juvant”. Talvolta,
stessi concetti espressi diversamente, possono aprire serrature che
altrimenti – alla prima – potrebbero restare chiuse.
È comunque una raccolta di testi variati fra loro, sia nei contenuti,
sia nei toni. Alcuni lo erano anche nel target cui si rivolgevano ed
in questi casi ho cercato di omogeneizzare lo stile e, se necessario,
l’approfondimento. Infine, altri ancora, li ho talmente ampliati
o riscritti al punto da poter essere definiti come opere nuove ispirate
a vecchi scritti.
Lo sento come un libro fondamentalmente (trans)femminista e antimaschilista.
Transgender, Genderbender, (trans)lesbismo, sesso (considerato) estremo,
sono presenti, ma quasi sempre a corollario della comprensione profonda
delle logiche antimaschiliste e quindi delle strategie (trans)femministe.
Ovviamente, una “comprensione” tanto “profonda”
quanto io ne sono stata e ne sono capace. Non mancano analisi e critiche
politiche, sociologiche, antropologiche e persino nosologiche, di una
realtà sulla quale più comunico e più mi rendo
conto esistere un’ignoranza di fondo voluta dalla cultura dominante:
il transgender inteso come movimento culturale, ancor prima che come
condizione personale.
In Italia si possono avere 10 lauree (comprese Sociologia, Medicina,
Antropologia e Psicologia) e non essere mai stati minimamente istruiti,
informati su cosa sia la condizione transgender e, tanto meno, su quali
origini abbia e quale Cultura – davvero con la “c”
maiuscola - abbia saputo esprimere e sia capace, in prospettiva, di
esprimere.
La condizione transgender è tale da rendere difficile affrontarla
senza porsi obbligatoriamente una serie di domande esistenziali che
per altri sono un optional; per tale ragione la cultura che esprime
appare spesso – agli occhi altrui – estrema, complessa,
talvolta incredibile. Scriverne, in chiave antimaschilista, femminista,
lesbica, sessuale, è il modo che ho trovato io per cercare di
renderla semplice, comprensibile, persino intuitiva e ovvia.
A volte, a rendere un qualcosa poco comprensibile, è l’assenza
di basi di conoscenza. E sul transgender e i suoi “derivati”
transfemminismo, translesbismo, progetto “Uomo Nuovo” -
e l’analisi su cosa siano e quanto influenzino le nostre vite
(di tutti in fin dei conti) le derivazioni maschiliste del sessismo,
dell’eterosessismo, del genderismo, esiste un buco nero informativo.
Già soltanto accennando alla cosa, mi rendo conto di aver scritto
una serie di parole che probabilmente non risultano neppure nei testi
universitari.
Sarebbe alla fine scorretto lanciare accuse alle singole ignoranze,
se un intero Sistema si muove da secoli per nascondere alle coscienze
la stessa esistenza di culture represse e cancellate dalla storia umana,
o per farne una ricostruzione falsa, modernista, folkloristica, psichiatrica.
Pur non avendo questo testo una strutturazione enciclopedica, pur con
i limiti di una raccolta di scritti di diversi periodi ed epoche, credo
che dopo aver letto questo libro nessuno potrà più considerarsi
ignorante sull’argomento.
Ovviamente potrà continuare a pensare quel che crede, potrà
impermeabilizzarsi, leggendo senza pensare, ma, qualunque possa essere
la reazione, almeno sarà basata su pensieri, elaborazioni ed
informazioni che ben raramente ha avuto modo di conoscere altrove, specie
in Italia.
E – a mio parere – ci si può fare davvero una propria
opinione solo dopo avere sentito il massimo possibile delle voci in
gioco riguardo qualsiasi argomento.
In assenza di una informazione plurale, non vi è né conoscenza,
né una vera propria opinione, ma solo un indottrinamento o una
spolverata di “colore” tratta da qualche articolo di giornale,
probabilmente nelle sue pagine di “cronaca rosa”, di “curiosità”,
o, peggio, di “cronaca nera”.
Di certo non il massimo per conoscere, comprendere, approfondire.
Genova, 22 agosto – 1 settembre 2007
Mirella Izzo